Tarocchi: origini e diffusione in Europa

Tarocchi: origini e diffusione in Europa

Le origini dei tarocchi non sono certe, ma si trovano le prime tracce della loro esistenza nei documenti della fine del XIII secolo. Dal momento in cui sono apparsi nel mondo europeo, non hanno subito grandi variazioni, ma sono diventati indispensabili per la cartomanzia

L’ipotesi più accreditata vede i tarocchi provenire dai Mamelucchi Egiziani. Il mazzo di cui usufruivano loro conteneva quattro semi leggermente diversi da quelli odierni. Una domanda sorge spontanea: qual è stata l’evoluzione delle carte divinatorie in Europa?

I tarocchi e l’arte

L’evoluzione delle carte da gioco, con l’aggiunta dei trionfi, ha dato origine ai tarocchi da divinazione. L’arte della cartomanzia prende subito piede. Grandi artisti, infatti, si mettono a disposizione dei nobili per creare mazzi di carte per divinazione. Il primo pittore di corte a realizzare i mazzi di tarocchi fu Jacopo da Sagramoro per Leonello D’Este, signore di Ferrara, nel 1442.

Per l’alta nobiltà la cartomanzia era diventata una vera e propria necessità: basta pensare che i mazzi di tarocchi erano diventati un dono ambito. Capiamo la loro importanza leggendo uno stralcio di lettera che accompagnava delle carte divinatorie. Queste erano state inviate da Jacopo Antonio Marcello a Isabella di Lorena, moglie di Renato d’Angiò. Nella lettera era riportato un trattato in cui Marziano da Tortona descriveva ventiquattro carte. Sedici rappresentavano dell divinità greche e quattro il re, una versione diversa dal mazzo tradizionale, ma molto importante per la storia dei tarocchi.

I mazzi più importanti della storia della cartomanzia

I mazzi di carte più importanti della storia, giunti ai giorni nostri, sono tre. Si tratta di carte miniate su foglia oro o argento, adornate da lavori di punzonatura. Il più antico è il mazzo chiamato Tarocchi Visconti di Modrone o Cary-Yale e la sua struttura differiva dalle carte divinatorie attuali. Il secondo mazzo, i Tarocchi Brera-Brambilla, è molto più simile alla versione moderna, almeno da quel che si vede dagli unici due trionfi salvati: la Ruota della Fortuna e L’Imperatore. Il terzo mazzo, i Tarocchi Visconti-Sforza, è quello che ha conservato il maggior numero di trionfi: ben diciannove!

Le interpretazioni dei tarocchi in Italia

I mazzi divinatori si diffusero molto velocemente nell’Italia settentrionale, ma l’illustrazione era spesso diversa da zona a zona. La Luna, ad esempio, per gli Este era rappresentata da due astrologi, mentre per i Visconti è una donna a tenere la mezza luna nella mano. Queste carte erano diventati così indispensabili nella vita dei nobili che si utilizzavano anche come regalo di matrimonio. Per questa occasione, la carta dell’Innamorato, era rappresentata dal dipinto dei due sposi.

Fu il monaco Merlin Cocai, esponente della poesia maccheronica, a descrivere queste carte. Lo fece attraverso un’opera di narrativa:” Caos del tri per uno” (o Triperuno). Nel racconto il personaggio principale descrive gli altri personaggi utilizzando le caratteristiche dei tarocchi.

Carte divinatorie in Europa

Anche in Francia si sono trovate tracce di antichi mazzi per la cartomanzia. Questi però sono quasi tutti in condizioni pessime poiché spesso erano gettate al rogo. Bisogna ricordare che la Chiesa non vedeva di buon occhio i cartomanti che erano considerati alla stregua delle streghe. Qui prese piede il mazzo dei Tarocchi di Marsiglia e divenne così amato che Rabelais lo cita in un capitolo di “Gargantua e Pantagruel. Anche il gesuita François Garasse ne parla e sostiene che erano diventati più popolari degli scacchi che, all’epoca erano molto diffusi.


Leave a Reply